Natale di Roma
Fondazione di Roma: Storia e Leggenda
La tradizione acconta che Roma fu fondata con un atto di volontà di Romolo.
Questa ipotesi sembra avere un fondamento di verità soprattutto in seguito alla scoperta di un’antica cinta muraria (che potrebbe essere l’antico “muro di Romolo”) costituita da un muro a scaglie di tufo risalente al 730 a.C. eretto sul Palatino.
Un gruppo di studiosi ritiene invece che Roma non sia nata da un atto di fondazione, sul modello delle polis greche nel sud Italia e in Sicilia, ma piuttosto essa debba attribuirsi a un diffuso fenomeno di formazione dei centri urbani, presente in gran parte dell’Italia centrale, e che nella fattispecie comprenda un periodo di diversi secoli: dal XIV secolo al VII secolo a.C.
La città si venne quindi formando attraverso un fenomeno di sinecismo durato vari secoli, che vide, in analogia a quanto accadeva in tutta l’Italia centrale, la progressiva riunione in un vero e proprio centro urbano degli insediamenti dispersi sui vari colli.
Ed è anche quello che verosimilmente può essere accaduto sul Palatino, che inizialmente era composto da vari nuclei abitativi indipendenti e che si concluse attorno alla metà dell’VIII secolo, corrispondente alla tradizionale data di fondazione del 753 a.C.
Il Romolo della leggenda può essere stato, pertanto, il realizzatore della prima unificazione di questi nuclei in un’entità unica. Nei due secoli successivi, tale processo di unificazione fu probabilmente accelerato dall’occupazione etrusca della città andando a includere i famosi “sette colli”.
La vera origine di Roma dunque fu piuttosto umile ma ebbe una straordinaria crescita soprattutto grazie alla posizione geografica.
La città di Roma venne fondata in una zona temperata, un’area racchiusa da un lato dalla sponda sinistra del fiume Tevere e dall’altro dai tre vicini colli (in particolare Aventino, Palatino e Campidoglio) che costituivano un valido sistema di difesa da attacchi nemici e sulle cui sommità sorsero i primi abitati proto-urbani. Nei pressi del guado dell’isola Tiberina, in un punto in cui il fiume poteva essere comodamente attraversato. Era poco distante dal mare e lungo la sponda sinistra del fiume erano presenti insenature per l’attracco delle barche. Era un passaggio importante per i traffici commerciali via fiume e lo scambio di merci. In quelle vicinanze c’era anche la nota “via del sale”, la Salaria, attraverso la quale il sale delle saline di Ostia poteva arrivare fino all’Appennino. Grazie agli scambi commerciali Roma fu anche un luogo di incontro fra gente diverse.
Le capanne del Germalo
Dove nacque Roma
Il natale di Roma
Nec fonte noceor turbato: ignosce, Nymphae, si pecudis unguibus undas turbavi pedes.
Né mi sia danno aver turbato una fonte: perdonatemi o Ninfe, se con gli unghiati piedi del gregge intorbidai le acque.
Dalla preghiera alla dea Pale “I Fasti” libro IV Aprile – Publio Ovidio Nasone
La tradizione indica molto precisamente giorno, anno e luogo della fondazione di Roma: il 21 aprile del 753 a.C. sul colle Palatino.
Si tratta di una data del tutto convenzionale, stabilita da Marco Terenzio Varrone nel I secolo a.C.
Data simbolica, che però rappresenta un evento molto importante della storia.
Le caratteristiche climatiche, geomorfologiche e i suoi bisogni (anche religiosi), condizionano le origini di un popolo e l’assetto del suo territorio.
Il popolo latino, racchiuso tra l’Appennino e il Tirreno, si trovò a dover gestire una terra con ecosistemi assai diversi tra loro e che ben si prestava alla pratica della transumanza.
L’economia pastorale, infatti, è incentrata sulle migrazioni stagionali, volti alla ricerca di determinate condizioni climatiche e ambientali con spostamenti dai monti a valle (e viceversa), necessari a provvedere alle esigenze nutritive e di sviluppo del bestiame.
L’area dei Sette Colli in origine non favoriva in modo ottimale l’agricoltura, e nemmeno le aree immediatamente limitrofe, in quanto soggette alle frequenti esondazioni del Tevere.
L’allevamento quindi (soprattutto di ovini), in misura forse maggiore dell’agricoltura, costitui per gli abitanti di Roma un elemento fondamentale.
Si comprenderà meglio perché, in quest’economia fondamentale per la sopravvivenza del popolo, la fondazione stessa dell’Urbe coincise con il capodanno pastorale: Palilia, o Parilia.
I Palilia o Parilia era una festa pastorale di antichissime origini che si celebrava il 21 aprile in onore del numen Pale, a volte venerato come genio della pastorizia, a volte come divinità femminile.
Si chiedeva a Pale la protezione per pastori, armenti e cani, “guardiani vigili e sagaci” e abbondanza. Abbondanza di pascoli e d’acque, l’abbondante produzione di latte, di lana e dei prodotti caseari e l’abbondante e fruttifera fertilità delle bestie.
Importanza della festa è dimostrata anche dalla natura delle offerte impiegate nel culto di Pale: il latte. Sostanza più impiegata nelle libagioni sacre del mondo arcaico, a differenza del vino.
Ulteriore conferma ci viene dal fatto che proprio a partire da questo periodo avveniva la monta delle pecore, così che esse partorissero a settembre, con pascoli abbondanti e temperatura mite ma non torrida.
L’arcaicità della festa è fuori discussione: risale alla fondazione dell’Urbe istituita da Romolo stesso, o addirittura in era precedente.
E’ da questa data, infatti, che venne calcolata la cronologia romana, con la locuzione “Ab Urbe condita”, che appunto significa “dalla fondazione della città
In occasione del compleanno dell’Urbe, l’area del Circo Massimo ospita annualmente le tradizionali attività del Gruppo Storico Romano con rappresentazioni di antichi riti e feste, spettacoli di gladiatori e rievocazioni storiche. E’ prevista la partecipazione di circa 2.000 rievocatori appartenenti a circa 72 associazioni provenienti da tutto il mondo romano e non. Viene allestito il Castrum imperiale e repubblicano, viene rievocata una “Partita di Harpastum”, un lontano parente del gioco del calcio e si disputa un “Torneo tra scuole di gladiatori”