Spoleto – Maratona fotografica

Dal 15 al 17 giugno 2018 si è svolta una maratona fotografica nella splendita città di Spoleto (Perugia – Italia). Una gara fotografica nella quale venivano assegnati 8 temi comuni e i concorrenti dovevano presentare una foto per ogni tema.
Ho scritto questo articolo prima della pubblicazione dei risultati perchè a me non interessa la posizione raggiunta nella gara in quanto è stata una esperienza bellissima in una location eccezionale.
Di seguito le mie fotografie in gara con il tema e le indicazioni nelle info:

SPOLETO (PG – Italia)

Centro degli umbri, conquistato dai romani durante la terza guerra sannitica, Spoleto divenne colonia latina nel 241 a.C. (Spoletium). Con l’invasione longobarda fu capitale di un ducato, dal 570 al 1230 ca., le vicende della città si accompagnano a quelle del ducato. Incendiata da Federico Barbarossa (1155), risorse presto grazie a papa Innocenzo III. Affermatosi verso il 1230 il dominio della Chiesa su Spoleto e sui territori del ducato, Gregorio IX inaugurò la serie dei papi che vi risiedettero. Nel 14° sec. Spoleto fu teatro delle lotte di parte, favorite dai Montefeltro, specie nel 1312, nel 1319 e nel 1324, quando Perugia intervenne a favore dei guelfi, imponendo poi a Spoleto un podestà e costruendovi una sua rocca. Ribellatasi al dominio papale (1474), Spoleto fu ridotta all’obbedienza dal cardinale Giuliano Della Rovere. Dal 1809 al 1816 fu capoluogo del dipartimento del Trasimeno. Nel 1860 fu occupata dalle truppe piemontesi.

Economia
Turismo (meta sin dagli antichi romani), artigianato (tessuti, ricami, sellerie, arte orafa), agricoltura (ottimo e rinomato olio extravergine di oliva).
Opifici (piccole fabbriche) in prossimità delle mura, nel 1907 costruzione di un cotonificio. A fine Ottocento fu costruita una strada e una ferrovia (capolavoro d’ingegneria civile) tra Spoleto e Norcia che la collegò alle altre zone produttive umbre. Il percorso, affascinante, è ancora visibile.

Eventi
Festival 2 Mondi (dal 1958 – 61^ edizione)

Gastronomia
Tartufo nero (spaghetti al tartufo nero) che è forse l’indiscusso primo attore della cucina spoletina o Stringozzi o strengozze (alla spoletina) sono delle fettuccine fatte in casa, realizzate con un impasto senza uova. Il rarissimo sedano di Trevi che grazie al cuore tenero e carnoso e al sapore molto spiccato magari immerso nello squisito olio di Trevi oppure cotto “alla parmigiana”. La crescionda, un tipico dolce a base di uova, farina, cioccolato, amaretti e mistral.

Personaggi

Carducci: Alle fonti del Clitunno
Ancor dal monte, che di foschi ondeggia
frassini al vento mormoranti e lunge
per l’aure odora fresco di silvestri
salvie e di timi,
scendon nel vespero umido, o Clitumno,
a te le greggi: a te l’umbro fanciullo
la riluttante pecora ne l’onda
immerge, mentre

D’Annunzio: Electra – Le città del Silenzio
SPOLETO, non la Rocca che ti guarda
ghibellina dal Guelfo tuo nemico,
né la grandezza di Teodorico
che pensosa nel vespro vi s’attarda,

non la Borgia onde par che tu riarda
subitamente del trionfo antico,
né dal vasto acquedotto all’erto vico
segno romano ed orma longobarda

cerco, ma ne’ silenzii dell’Assunta
l’arca di Fra Filippo che dai marmi
pallidi esala spiriti d’amore

mentre nel muro pio la sua defunta
Vergine, sciolta dalla morte, parmi
piegar sul petto dell’Annunciatore.

Don Matteo: Sceneggiato televisivo dal 2000 – 11^ edizione

Leggende

La leggenda su San Ponziano, patrono di Spoleto, racconta che egli sia stato decapitato sul ponte, appena fuori dall’anfiteatro romano, e che la testa mozzata abbia raggiunto in soli tre balzi il luogo dove poi è sorta la chiesa a lui dedicata, la chiesa di San Ponziano. Nel punto dove la testa toccò terra prese a zampillare una fonte di acqua purissima.
Un’altra leggenda narra che un cunicolo sotterraneo collegherebbe il ponte con la Rocca Albornoziana. Si dice che lo usasse Lucrezia Borgia per ricevere i suoi amanti alla fine del quattrocento, epoca in cui fu governatrice di Spoleto. Nessuno però lo ha mai trovato, un itinerario ancora inesplorato.

Curiosità

Le Vaite
Il Comune di Spoleto, sembra si sia costituito tra il 969 e il 1016, la sua estensione non copriva un vasto territorio e la città era formata da tutto il territorio contenuto entro le mura. Il Contado era il complesso delle Ville (paesi più piccoli non fortificati) appartenenti al Comune, il Distretto comprendeva tutti i Castelli, cioè le fortezze, soggetti alla Città.
Spoleto era divisa in dodici rioni, che secondo la terminologia Longobarda, vennero chiamati “Vaite del germanico Wai” cioè contrada.
La città di Spoleto è stata, per molti secoli capitale di un vasto ducato Longobardo, tra i più importanti d’Italia, ed è in quel periodo che ebbero origine “Le Vaite”; esse presero il nome da palazzi, chiese o da nobili famiglie che si trovavano o abitavano nelle loro circoscrizioni.
Le Vaite di Spoleto erano:
• Vaita San Giovanni (dalla Chiesa di San Giovanni, ora S. Eufemia)
• Vaita Palazzo (dal Palazzo Comunale)
• Vaita Frasanti (perchè è collocato fra la Vaita S. Giovanni e S. Benedetto)
• Vaita S. Benedetto (dalla chiesa dedicata allo stesso santo)
• Vaita Petrenga (non si conosce l’origine)
• Vaita S. Andrea (dalla chiesa che sorgeva in luogo del Teatro Nuovo)
• Vaita Filitteria (da una torre di guardia “Fhilitteria”)
• Vaita Salamonesca (non si conosce l’origine)
• Vaita Grifonesca (dalla fortezza che i perugini avevano eretto in quel luogo)
• Vaita Ponzianina (da Santo protettore di Spoleto, Ponziano)
• Vaita De Duomo (dalla famiglia De Domo)
• Vaita Tirallesca (presumibilmente dal luogo ove ci si esercitava al tiro con l’arco)

Ogni Vaita aveva la propria autonomia e un Priore, delineato come capo della Vaita stessa, il quale veniva eletto ogni due mesi direttamente dal popolo.
I dodici Priori facevano capo al Podestà, che aveva poteri civili e penali ed era affiancato da dodici Consiglieri, quattro Giudici e da un Sindaco, il quale era Procuratore ed Agente; esso aveva la facoltà di trattare ogni specie di affari

Le sarte di piazzetta Porta San Lorenzo
Un frammento del passato, un altro ricordo ancora vivo al Borgaccio, le sarte di piazzetta Porta San Lorenzo, mamma e figlia.

Le antiche botteghe medievali di via Dei Duchi e via Fontesecca
Un modo per apprezzare il fascino di un centro storico davvero pittoresco. Da piazza del Mercato a via Dei Duchi e via Fontesecca, i negozi ricavati all’interno di spazi storici di antiche botteghe medievali.

Lo struscio
Regole, non scritte ma ferree: dal lunedi al sabato Corso Garibaldi (altrimenti detto Borgo) dalle 17 in poi. Un appuntamento immancabile per gruppetti di amici, per la passeggiatina rilassante prima di cena, per la chiacchieretta pomeridiana, per qualche acquisto o anche solo per riuscire a incontrare “casualmente” l’amico o l’amica di turno. La domenica impossibile sbagliare: Corso Mazzini, tutto il pomeriggio. Giro completo che prevedeva incontro a Piazza Garibaldi con ascesa fino a Piazza Pianciani. Poi verso piazza del Mercato, Giro della Rocca e ritorno al Corso per una serie interminabile di “vasche”.

La scuola “naif” a Spoleto: Marino Ceccarelli
Nel panorama dell’arte spoletina si è sempre ritagliato un ruolo di nicchia il genere naif. Maestro di questa corrente pittorica è stato senza ombra di dubbio Marino Ceccarelli, che con i suoi paesaggi e la sua arte genuina e senza filtri ha lasciato un’eredità artistica riconosciuta ben oltre i confini della sua terra, forse più fuori che in casa.

Ganzo – Piazza Garibaldi 31
Il top per i giovani a Spoleto

Scale mobili
I sistemi ettometrici di Spoleto sono un insieme di tre percorsi meccanizzati per agevolare l’accesso al centro storico ed, al contempo, liberarlo dalle automobili.
Il sistema viene anche chiamato progetto di Mobilità Alternativa, Spoleto città aperta all’uomo.
• Parcheggio “Posterna” – Piazza Campello
• Parcheggio “Spoletosfera” – Piazza della Libertà/Teatro Romano
• Parcheggio “Via del tiro a segno” – Duomo – Rocca Albornoziana

Luoghi simbolo

L’arco di Druso e Germanico – Piazza del Mercato
L’arco di Druso e Germanico (detto anche solo “arco di Druso”) è un arco romano degli inizi del I secolo a ridosso del tempio romano e della chiesa di Sant’Ansano. Costituiva la porta di accesso monumentale al foro della città dalla via Flaminia (ricalcato dall’odierna piazza del Mercato), scavalcando il cardine massimo.

Teatro romano (I sec. a.C.) – Via Sant’Agata
Il teatro romano si trova all’interno delle mura cittadine e conserva una cavea di 70 m di diametro, in parte poggiata su un ambulacro a pianta semicircolare, coperto da volta a botte, dal quale si poteva accedere tramite tre accessi (vomitoria) ai posti a sedere. Dalle estremità della cavea si accedeva invece ai posti riservati ai magistrati e ai cittadini eminenti. L’orchestra conserva la pavimentazione in lastre di marmo colorato e sul proscenio sono visibili i fori per i pali del sipario. La facciata esterna era costituita da arcate inquadrate da semicolonne di ordine tuscanico. Le suore benedettine nel XIV secolo vi fondarono il loro monastero di Sant’Agata che oggi ospita oggi il Museo archeologico nazionale di Spoleto. Il teatro viene utilizzato per concerti e spettacoli, in particolare nell’ambito del Festival dei Due Mondi.

Casa Romana (I sec. d.C.) – Via Vesiale
La Casa romana di Spoleto, datata all’inizio del I secolo d.C., è una abitazione signorile scoperta dall’archeologo spoletino Giuseppe Sordini negli anni 1885-1886. Si trova in parte sotto la piazza del Municipio e in parte sotto il Palazzo comunale di cui occupa le fondamenta. Durante lo scavo emerse un’iscrizione recante la dedica di una …Polla all’imperatore Caligola e ciò ha lasciato ipotizzare che la casa fosse appartenuta a Vespasia Polla, la madre di Vespasiano, nativa di Norcia e proprietaria di beni nel territorio nursino-spoletino. I suoi ambienti conservano ancora, oltre ai bellissimi mosaici pavimentali, lo schema tipico delle case patrizie in voga tra la fine dell’età repubblicana e l’inizio di quella imperiale.

Rocca Albornoziana
Dalla fine del XIV sec. divenne sede dei Rettori del ducato. La Rocca Albornoziana (dal cardinale Egidio Albornoz che diresse i lavori) sorge alla sommità del colle Sant’Elia da dove domina la valle umbra. Possiede due cortili interni e sei torri, tra cui quella comunemente chiamata “della spiritata”, e la “camera pinta”, affrescata con dipinti quattrocenteschi. Si tratta del principale baluardo del sistema di fortificazioni fatto edificare da papa Innocenzo VI, per rafforzare militarmente e rendere più evidente l’autorità della Chiesa nei territori dell’Italia centrale, in vista dell’ormai imminente ritorno della sede pontificia a Roma dopo i settanta anni circa di permanenza ad Avignone.

La chiesa di San Salvatore (IV-V secolo)
Con rifacimenti longobardi dell’VIII secolo), fra le più antiche basiliche di origine paleocristiana in Italia. Dal 2011 fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO come parte del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.) Interessante il cimitero monumentale che si sviluppa nell’area sottostante la chiesa.

Il Duomo; La cattedrale di Santa Maria Assunta (1151/1227)
E’ il principale luogo di culto cattolico della città di Spoleto, chiesa madre dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia. La cattedrale venne costruita su un edificio preesistente; al suo interno, nell’abside, vi è il pregevole ciclo di affreschi di Filippo Lippi Storie della Vergine, dipinto negli ultimi anni di vita dell’artista, tra il maggio 1467 e il settembre 1469.

Il ponte delle torri
E’ un ponte derivato da un acquedotto romano sito a Spoleto. La struttura scavalca il tracciato del torrente Tessino e ricollega ciò che l’attività tettonica e l’erosione lineare del torrente hanno diviso. Ai due estremi del ponte si trovano due fortezze, la Rocca Albornoziana e il Fortilizio dei Mulini, eretto per vigilare il ponte e attivo come mulino fino al XIX secolo. Il nome Ponte delle Torri potrebbe alludere alle torri delle due fortezze o all’aspetto dei piloni

La Torre dell’Olio e la Porta Fuga (13° Secolo)
La prima così chiamata perché da essa, in difesa della città, si soleva gettare olio bollente sui nemici che assediavano la sottostante porta Fuga, appartenente alla prima cinta muraria urbica). Si narra che molti nemici, i più illustri Federico Barbarossa e Annibale, subirono ingenti perdite da questa strategia di difesa (da cui il nome “Fuga” della sottostante porta)

Fontana di piazza del Mercato
Nota anche come Fonte di Piazza. La facciata prospiciente la piazza venne utilizzata come sostegno e appoggio per una mostra delle hore, cioè un orologio pubblico. Sulla piazza si svolge il mercato mattudino
Meridiana di Villa Redenta – Via di Villa Redenta, 1
Nell’angolo nord est del parco di Villa Redenta Via di Villa Redente) si trova la meridiana a tangente, con basamento e quadrante in cotto. Vi sono incisi i simboli zodiacali.

San Pietro
Ingresso sud di Spoleto, fuori le mura sulla strada provinciale 462. La facciata è quasi un libro di narrativa per il popolo che non sapeva leggere e col quale, dunque, si doveva comunicare a livello iconografico. Raffigurate le scene della morte del giusto, della morte del peccatore, del leone e del boscaiolo, del leone e dell’uomo genuflesso, del leone che assale il soldato, della lavanda dei piedi, della vocazione dei SS. Pietro e Andrea, della volpe finta morta e dei corvi, del lupo studente e del montone, del leone che combatte contro il dragone.

Santissima Icona
Tra i segreti di Spoleto, di certo è il più noto. Questa tavoletta bizantina del XI/XII secolo, di tratto mediocre, racchiude in sè una altissima valenza storica e e devozionale. Ricorda e testimonia lo storico attacco che Federico Barbarossa mosse a Spoleto il 20 luglio del 1155, in quanto il “Fodrum”, la tassa che pretendeva, gli venne pagato con moneta locale, da lui ritenuta falsa. Dopo una settimana di assedio, il 27 luglio del 1155 egli espugnò la città e la distrusse. Dopo trent’anni, in seguito ad apposite trattative si giunse alla pace. Così l’imperatore Barbarossa donò a Spoleto la Santissima Icona nel 1185. Essa è custodita in Duomo, ove nel 1626 fu realizzata la Cappella della SS. Icona, al posto della vecchia sagrestia, proprio per ospitarla. Fu anche rubata, ma rinvenuta e rimessa al suo posto.

Carceri del Sant´Offizio
La carceri non sono visibili se non in occasioni particolari. Si trovano al di sotto dell’Istituto d’Arte, in piazza XX settembre, nel complesso, ovviamente, dei Dominicani

Da Whikipedia, sito comunale e altre fonti

Le mie foto di Spoleto

(in preparazione la gallery)

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