Quartiere Garbatella a Roma

L’origine del nome Garbatella è tuttora oggetto di discussione: secondo un’ipotesi molto diffusa, il quartiere prenderebbe il nome dall’appellativo (“Garbata Ostella”) dato alla proprietaria di un’osteria che sarebbe stata particolarmente “garbata” con i pellegrini che chiedevano ostello per raggiungere la Basilica di San Paolo fuori le mura.

Altra ipotese, con qualche fondamento scientifico, fa riferimento al tipo di coltivazione della vite detto “a barbata” o “a garbata”, nella quale le viti vengono appoggiate ad alberi di acero od olmo, in uso nei terreni detti “Tenuta dei 12 cancelli” della zona.

Dopo la prima guerra mondiale Roma visse una fase di grande sviluppo edilizio, paragonabile per alcuni versi a quella del secondo dopoguerra. Il settore sud della capitale, nelle intenzioni degli urbanisti umbertini guidati da Paolo Orlando, doveva essere connesso al lido di Ostia tramite un canale navigabile parallelo al Tevere, che non fu però mai scavato. Tale canale avrebbe dovuto dotare Roma di un porto commerciale molto vicino al centro della città (distante meno di duecento metri dalle mura aureliane), nei pressi dell’odierna via del Porto Fluviale, situata al confine tra Garbatella e Testaccio; nella zona a ridosso del canale avrebbero dovuto sorgere una serie di lotti abitativi destinati ad ospitare i futuri lavoratori portuali.

Il progetto fu intrapreso in un’area allora semi disabitata e coperta da vigne e pascoli per pecore: area intorno a via delle Sette Chiese, una strada di raccordo ortogonale alle vie consolari Ardeatina ed Appia, della quale si servivano i pellegrini diretti alla basilica di San Sebastiano, e che tuttora viene percorsa per il pellegrinaggio al santuario della Madonna del Divino Amore.

Fu con questa idea che il re Vittorio Emanuele III posò la prima pietra a piazza Benedetto Brin, il 18 febbraio del 1920: una targa  murata nell’edificio del 1° insediamento commemora quel giorno.

L’odonomastica della nascente zona è a riferimento marinaro, essendo gran parte delle sue strade e piazze intitolate a persone e soggetti del mondo navale.

L’architettura della Garbatella fu inizialmente improntata al modello inglese delle città giardino (Garden city movement) ben collegate e vicine alla città, abitate da operai e comprendenti significativi spazi verdi coltivabili, tali da fornire ai lavoratori residenti una preziosa, e ulteriore, fonte di sussistenza: l’orto.

Con l’avvento del fascismo la pianificazione urbanistica del quartiere subì un drastico cambiamento: il rapporto verde-edificato calò sensibilmente, l’idea del porto fluviale venne definitivamente abbandonata e cominciarono ad essere costruite abitazioni più simili ai moderni condomini che alle precedenti villette

In questo periodo è da segnalare il Lotto 24; tredici villini denominati anche “casette modello”. Il lotto fu edificato in occasione del XII Congresso Internazionale delle Abitazioni e Piani Regolatori del 1929 ed è considerato tra i più belli e interessanti. Agli ingressi sono state apposti dei marmi con iscritti i nomi degli architetti che idearono e costruirono le varie palazzine: vinse il concorso l’edificio ad angolo tra via Sette Chiese e via Borri, progettato dall’Architetto Mario De Renzi.

Da wikipedia.

Guarda le fotografie e grazie per suggerimenti, commenti e critiche.

Garbatella

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