Carnevale di Venezia

La stagion del Carnevale
tutto il Mondo fa cambiar.
Chi sta bene e chi sta male
Carnevale fa rallegrar.

Chi ha denari se li spende;
chi non ne ha ne vuol trovar;
e s’impegna, e poi si vende,
per andarsi a sollazzar.

Qua la moglie e là il marito,
ognuno va dove gli par;
ognun corre a qualche invito,
chi a giocare e chi a ballar.

Par che ognuno di Carnevale
a suo modo possa far,
par che ora non sia male
anche pazzo diventar.

Viva dunque il Carnevale
che diletti ci suol dar.
Carneval che tutto vale,
che fa i cuori giubila

“La stagion del Carnevale”  di Carlo Goldoni

La festa del Carnevale ha origini molto antiche e affonda le sue radici nei Saturnali delle Libertà, festa pagana degli antichi romani che dava vita alle manifestazioni del rovesciamento dell’ordine gerarchico.

Saturnalia, la festa libertina in onore di Saturno

I Saturnalia erano una delle festività più attese e popolari dell’antica Roma, dedicata a Saturno, il dio dell’agricoltura e della fertilità. Questi giorni erano caratterizzati da un’atmosfera di gioia e libertà. Durante i festeggiamenti, le consuete gerarchie sociali venivano temporaneamente sovvertite: gli schiavi potevano sentirsi “liberi”, indossando la pileus, il cappello simbolo della libertà, e prendendo parte ai banchetti accanto ai loro padroni. La città si riempiva di canti, risate e giochi, con un’aria di spensieratezza che prefigurava in qualche modo il moderno spirito natalizio.

L’origine del termine Carnevale proviene dal latino “carnem levare” ovvero togliere la carne dalla dieta, espressione con cui nel Medioevo si indicava la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carne a partire dal primo giorno di Quaresima, vale a dire dal giorno successivo alla fine del carnevale, sino al Giovedì Santo prima della Pasqua. l carnevale, infatti, nel calendario liturgico cattolico-romano si colloca necessariamente tra l’Epifania (6 gennaio) e la Quaresima.

Il Carnevale di Venezia

Buongiorno Siora Maschera

era questo il saluto lungo le calli, per i canali e nei listoni. L’identità personale, il sesso, la classe sociale non esistevano più, si entrava a far parte della Grande Illusione del Carnevale in un posto, unico al mondo, dove tutto può accadere, dove ogni scorcio non cessa di incantare.

A Venezia serviva un Carnevale. O meglio, le serviva un modo per far sbollire i bollenti spiriti che, come in ogni città del Medioevo, inevitabilmente si creavano tra la parte più povera della popolazione e quella più ricca, ma che nascevano anche dalle rigide norme su morale e ordine pubblico in vigore nella città. E i potenti di Venezia trovarono la loro soluzione in un espediente già usato dai Romani: quello del panem et circenses.

Nel 1094, mentre a Venezia il potere era in mano al Doge Vitale Falier, iniziava inconsapevolmente la prima edizione del carnevale di Venezia, come festeggiamenti nei giorni precedenti la Quaresima che poi, per decisione del Senato della Serenissima, divenne una festa pubblica.

Fine dei divertimenti. Con la conquista della Repubblica di Venezia da parte di Napoleone il 12 maggio 1797, gli occupanti francesi prima e austriaci poi, per mantenere l’ordine pubblico,preferirono abolire quella che era divenuta una festa conosciuta in tutta Europa.

Il Carnevale rimase in letargo fino al 1979 quando alcuni cittadini e associazioni Veneziane lo fecero risorgere dalle ceneri e inaugurarono così la prima e ufficiale edizione del Carnevale di Venezia. Quella edizione durò.

Festa delle Marie

Sin dal IX secolo a Venezia c’era l’usanza di benedire nel secondo giorno di febbraio, festa della Purificazione di Maria, tutte le coppie che si sarebbero sposate entro l’anno. Tra le donne che prendevano parte alla benedizione (la quale avveniva nella chiesa di San Pietro di Castello) venivano scelte le dodici più povere: esse venivano vestite con abiti sfarzosi e ingioiellate con monili preziosissimi, tutti oggetti prestati dalle principali chiese della città.

Nell’anno 973, durante una di queste celebrazioni, Venezia subì un assalto piratesco, e le spose vennero rapite insieme ai loro gioielli. La popolazione insorse e riuscì a salvare le fanciulle. Per ringraziare la Madonna della sua intercessione, venne istituita la “Festa delle Marie”.

In anni recenti Bruno Tosi ha restituito la festa delle Marie all’interno del Carnevale di Venezia; si tratta di una rievocazione della festa originale, durante la quale dodici fanciulle veneziane vengono selezionate tra tutte le partecipanti e sfilano in abiti medievali e rinascimentali in tutta Venezia e in Piazza San Marco. Al termine della sfilata, la più bella tra esse riceve il titolo di Maria dell’anno.

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